In attesa

Il titolo rappresenta benissimo il mio stato dell’anima o meglio della personalità perché l’anima non attende, quindi modificherei anche la famosa frase: “il mio stato d’animo” in ” Il mio stato di personalità”. Sono in uno stato d’attesa come quando siamo in sala d’aspetto dal dottore o come quando sentiamo la musichetta al telefono aspettando che l’interlocutore risponda. In questo stato mi sento paralizzato, vorrei sfruttare il tempo che mi resta, ma è come se non potessi farlo perché da un momento all’altro il dottore potrebbe farmi entrare o l’interlocutore potrebbe rispondere. Lo vivo come un paradosso temporale, e allora penso a quello che potrei fare domani e il giorno dopo ancora, immaginando piccoli spezzoni di vita. Ecco tutto quello che possiate immaginare del vostro futuro non si verificherà mai come lo avete immaginato. Sarà tutto diverso. Questo perché pensiamo con la mente conscia, perché non viviamo il momento presente. Anche questi ultimi tempi sono tempi d’attesa, ci siamo cronicizzati con le guerre, ed altri avvenimenti che ormai sembrano normali (che rientrano nella norma). Se sapete leggere tra le righe invece sono giorni anzi anni un po’ particolari. Siamo dentro il piccolo Kali yuga, un periodo un po’ burrascoso, dal 2025 al 2030, dove saremo chiamati ad lavorare incessantemente su di noi. Dobbiamo osservarci di più. E’ anche tempo di ascolto, spesso non ascoltiamo quello che ci dicono, e rispondiamo, reagiamo senza nemmeno aver capito. Chi ci parla, si esprime non solo con le parole, ma anche con il tono della voce, con l’espressione del volto con la gestualità. Prima di rispondere assaporiamo tutti gli ingredienti della comunicazione, poi guardiamo noi stessi, come stiamo dopo aver subito certe parole, che emozioni ci provocano. Allora avremmo una risposta consona a quello che ci viene comunicato e non una reazione automatica, spesso sulla difensiva.