L’arte di arrendersi (ma di non rassegnarsi).

La resa. 

Sembra aver a che fare con la fine, con una bandiera bianca dal significato bellico di deporre le armi ed ammettere la sconfitta. Meglio sarebbe chiamarla “azione di resa”, suona decisamente meglio. Significa non opporsi al flusso della vita, non creare quell’attrito che, con la sua frenata, sembra rallentare od ostacolare un processo sgradito. L’attrito consuma, ammala e infine ritarda ma non elimina ciò che siamo chiamati ad affrontare, come individui, intendo. Nell’azione di resa c’è l’accettazione incondizionata dell’Adesso e, se ciò che avverto è doloroso, accetto anche quello e l’assaporo come parte necessaria della mia vita, senza giudizio. L’effetto collaterale (e non il fine) molto gradito che ne posso ottenere è un’energia nuova che fluisce tra me ed il mondo esterno, tra cui non esistono in realtà confini, in grado di plasmare ciò che percepisco fuori da me. Significa in fondo, come dice la parola realtà, diventare Reali ovvero re o regina del proprio regno. Da qui, ogni azione da compiere è chiara, nitida, giusta. E’ il momento di agire per cambiare la situazione. 

La rassegnazione. 

La situazione in cui mi trovo crea disagio, paura, rabbia, ansia e preoccupazione, sto male. Per evitarmi tutta questa sofferenza, la soffoco, non la ascolto, non la vivo e ancor di più rafforzo questo mio “far finta di niente” colpevolizzando continuamente qualcuno o qualcosa, per deresponsabilizzarmi sul da farsi. E’ un processo mentale, la mente agisce per la sopravvivenza e considera l’esterno una minaccia, qualcosa da giudicare, da colpevolizzare, di cui lamentarsi, per stare comodi
. Così facendo consegno il potere nelle mani del mondo, togliendolo a me…in poche parole rassegnandomi.

Ricordatevi sempre di essere il Re o la Regina del vostro regno. 

Luci;-).

PS: per approfondimenti su questo ed altro, un libro assolutamente imperdibile è “Il Potere di Adesso” di Eckhart Tolle (ET telefono casa, per gli amici ?).