Quest’oggi, abbiamo provato a tuffarci in un testo meraviglioso, provando a dargli una lettura poco utilizzata.
Vi proponiamo di ascoltare la canzone prima e dopo la lettura del.post … osservatevi, sentite …
“Il mio canto libero” canzone di Mogol, L. Battisti.
Non è solo una canzone d’amore, è il racconto di un’anima che si libera.
È la fine delle maschere, la verità che “si offre nuda”.
È il corpo e l’anima che si ritrovano, che finalmente “respiriamo liberi, io e te”.
Quel “tu” non è un altro,
ma la parte più profonda di te stesso, quella che hai nascosto e che ora torna a vivere (“boschi abbandonati
e perciò sopravvissuti vergini
si aprono, ci abbracciano”).
Non è fuga dal mondo, ma è ritorno a casa,
unione, presenza, trasformazione.
Quando “nascerà il sole”, nascerai anche tu. E la tua voce sarà nuova, sarà vera.
Sarà il tuo canto libero.
– “In un mondo che prigioniero è”: viviamo in una realtà che ci imprigiona. Ruoli, doveri e maschere sociali ci allontanano da ciò che siamo ed il corpo è costretto a obbedire, l’anima viene zittita.
Così ci abituiamo a vivere separati da noi stessi.
– “Respiriamo liberi io e te”: questo “io e te” non rappresenta due amanti, èl’incontro tra l’anima e il corpo, tra l’interiorità e la presenza fisica.
Respirare insieme è il primo atto di riconciliazione.
– “E la verità si offre nuda a noi”: la verità non ha più bisogno di essere nascosta.
Cade ogni maschera eci vediamo per ciò che siamo davvero, con tutti i nostri limiti e la nostra luce.
Guardarsi senza paura è il primo passo.
– “L’emozione da poco che basta già”: ciò che prima sembrava insignificante ora ha valore, ogni emozione è sacra ed ogni sensazione ha diritto di esistere.
È l’anima che si fa sentire nel corpo. È il corpo che accoglie, senza più giudicare.
– “i gesti quotidiani che appartengono a ieri”: abbandonando le abitudini automatiche e i ruoli ripetuti, lasciamo andare ciò che non ci rispecchia più.
Nasce una nuova presenza, più vera, più nostra.
– “Un giorno che ci appartiene”: il tempo del ritorno a sé. Non viviamo più per doveri o aspettative, ma siamo finalmente presenti nel nostro corpo, in ascolto dell’anima.
– “Come un giorno di sole, come un amore che nasce”: la luce non viene da fuori, ma da dentro, non è un amore romantico, ma un amore per la vita che scorre in noi, per l’unione ritrovata. Un amore che nasce quando smettiamo di combatterci.
– “In un mondo che non ci vuole più”:
La libertà interiore nasce proprio quando ci rendiamo conto di non appartenere più a una società che ci vuole separati, spenti, obbedienti. È il momento in cui smettiamo di cercare approvazione esterna e scegliamo invece la verità del nostro essere.
– “Io vivrò, io vivrò, tutto il giorno per vederti andare via”: l’io vecchio, condizionato, separato, se ne va, muore simbolicamente per lasciare spazio a qualcosa di nuovo, un sé integrato e libero.
– “Un canto libero sei tu”: quel “tu” è il nostro essere unificato, la voce nuova che nasce quando l’anima abita il corpo, quando tutto in noi torna a vibrare all’unisono … a pieno corpo.
È una voce che non chiede di essere capita, ma di essere vissuta.
Pensando ad un percorso alchemico:
-Nigredo: il crollo dell’identità costruita
-Albedo: la verità che emerge senza più veli
-Rubedo: la nascita del canto libero, del sé riunificato.
È il cammino dell’anima che torna a casa, la fine della scissione, la riconciliazione degli opposti.
“Nascerà il sole”: e con lui, nascerà una nuova luce interiore.
La libertà non è fuga, è integrazione. Non è abbandonare il corpo, ma è abitarlo pienamente come espressione viva dell’anima.
Il mio canto libero ci parla ancora oggi, ci ricorda che siamo interi anche nelle nostre fragilità.
Il corpo non è un ostacolo, ma il ponte sacro che l’anima attraversa per esprimersi. La libertà vera nasce quando ci uniamo a noi stessi. Quando questa unione è presente, quando il corpo accoglie l’anima e l’anima respira nel corpo, allora nasce qualcosa di nuovo.
Una voce nuova.
Una presenza intera.
Un’emozione pura.
La libertà dell’unione profonda tra la nostra parte terrena e spirituale. Quando questa unione si compie si libera amore, una voce nuova, un “canto libero”: il nostro.
LFR
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