Sono la nostra mamma e il nostro babbo e sono con noi più o meno da sempre, fin dalla nostra vita fetale, prima della nascita, sono la nostra parte femminile e maschile che, in equilibrio reciproco e dinamico, ci mantengono in piedi, in stazione eretta ma comoda e rilassata, sicuri di noi. Ma chi sono, realmente, la tigre e il dragone?
La tigre: linea energetica (meridiano chiamato vaso concezione) che parte dal perineo e, oltre a percorrere internamente il nostro organismo, si esteriorizza in una serie di punti anteriori, lungo la linea mediana che passa dall’ombelico, arrivando al mento e da qui circonda le labbra per arrivare alla palpebra inferiore. La tigre è la mamma, ci nutre (ombelico, stomaco, bocca), ci dà energia (i punti sotto l’ombelico sono una vera e propria batteria ricaricabile), ci scalda (ci permette di rannicchiarci e raccoglierci), ci sta vicino con empatia alleviando l’ansia, il senso di colpa, i rimorsi, piange con noi (finisce alle palpebre inferiori); è dotata di grande dolcezza ma è capace anche di un feroce e spietato assalto per difenderci.
Il dragone: ha numerosi snodi con cui può roteare, flettersi, estendersi, in una parola può avvitarsi verso l’alto. E’ la linea energetica (meridiano chiamato vaso governatore) che parte dal perineo e, oltre a decorrere internamente nell’organismo, si esteriorizza in una serie di punti posteriori, lungo la colonna vertebrale (le vertebre sono, appunto, gli snodi), entra nel cervello e di nuovo si esteriorizza sulla volta cranica per terminare al fornice gengivale superiore. Il dragone è il babbo che ci guarda le spalle, forte e capace di sollevare e tenere qualsiasi peso, capace di assumersi la responsabilità del rischio d’impresa. Duro e amorevolmente severo è a favore delle prove e delle sfide affinché possiamo crescere nelle difficoltà, non stare fermi ma evolvere e innalzarsi verso l’alto (il punto più alto è sul decorso di questo meridiano).
Possiamo vedere queste due linee come i tiranti di una vela: se il dragone è sopraffatto dalla tigre la vela è curva in avanti. Ed è cosi che si forma le gobba, in persone non abbastanza forti rispetto al carico che hanno dovuto sopportare per cui tendono in avanti invece che in alto (in poche parole, “tirano avanti”). Se il dragone è relativamente più forte della tigre avremo “lo spaccone”, petto in fuori e pancia in dentro, cammina con le braccia un pò aperte e mantiene lo sguardo dall’alto verso il basso; il relativo scarso nutrimento materno lo manifesta così, anche con scarsa amorevolezza.
Da un perfetto equilibrio (dinamico ma costante) tra la tigre e il dragone, nasce un portamento sicuro ed elegante.
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