Eccoci qua, è finito l’anno scolastico, per qualcuno anche un ciclo scolastico; i bambini e i ragazzi sono più indipendenti, qualcuno si è laureato, qualcuno ha finito gli esami, qualcuno andrà a vivere in un’altra casa; le città sono ancora affollate ma nel fine settimana…è tutto vacante. E sale una sottile angoscia, un senso vago di degrado e abbandono. Non è ancora tempo della spensieratezza delle vacanze e ciò che è già vacante provoca irritazione. Eppure..eh! Eppure il vuoto è la nostra stessa natura. Sembra che l’intera umanità, compattata privando lo spazio occupato dagli elettroni in ogni atomo, possa essere fisicamente contenuta in una sola zolletta di zucchero.
Quindi nel vuoto in realtà dovremmo sentirci un pò più a nostro agio. Ma non abbiamo ancora il coraggio di osservare ciò che realmente siamo, il senso di identità è ancora troppo forte e quando vacilla non sappiamo accettarlo.
Entrando nel vuoto, piano piano, sempre per più tempo ogni giorno, potremmo scoprire un modo assolutamente magico di vivere la vita (potremmo avvicinarci alla nostra stessa natura). Almeno, questo dicono i saggi.
Se siamo agitati, pensierosi, arrabbiati, proviamo a pensare al vuoto, quello dello spazio universale, così silenzioso; ma possiamo pensare intensamente allo spazio vuoto tra i due piedi, tra le due mani, tra i due occhi. E così le emozioni forti si ridimensionano e sono meglio “digeribili”. Questo l’ho sperimentato.
Non posso che augurare a tutti BUONE VACANZE!
LFR;-)
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