La Terra di Mezzo

Io vivo nella terra di mezzo. Lo so, è un nome già famoso, ma lo sento giusto per me e lo faccio mio. Mi accorgo ora di aver sempre adottato mezze misure, il che significa che non ho mai preso decisioni estreme. Mi spiego meglio: se ho provato rabbia, l’ho provata solo un po’, né troppa né poca, perché non sta bene arrabbiarsi troppo né arrabbiarsi troppo poco. Ma quanto ci si deve arrabbiare? Ci si deve arrabbiare?

Così, ho convenuto con me stesso che ho vissuto, analizzando anche tantissime altre emozioni, un po’ a metà. Avrò amato fino in fondo o mi sono moderato anche lì? Si sa che amare troppo è sbagliato, lo dice anche Ferradini. Mi dico che se stiamo troppo attenti a ciò che secondo gli altri e poi secondo noi è giusto o sbagliato, finiamo per vivere la vita degli altri come vogliono loro. Oppure la nostra vita come vogliono gli altri. Ma chi sono “gli altri”? Sono i nostri genitori dai quali veniamo inconsapevolmente plasmati, i nostri amici, i nostri partner, ecc.

Ora ho una gran voglia di provare la rabbia che ho perso, che ho represso, che non ho espresso. Se c’è una cosa che da grande ho capito è che dire il più possibile ciò che penso e provo mi permette di essere meno frainteso. È stupefacente, perché l’interlocutore, a sua volta, diventa più sincero nella maggior parte dei casi. Ecco, questi rapporti sinceri, che non necessariamente sono buoni, sono chiari e o finiscono o proseguono nel migliore dei modi. Anche Gesù non amava i tiepidi, quelli che non si schierano, così come Dante.

Ecco allora, voglio uscire ora da questa terra di mezzo, e il primo passo sarà quello di non reprimere più le emozioni, ma di provarle fino in fondo, di viverle appieno.