Vivere l’umanità, l’accoglienza e la ricchezza della diversità, imparando a sentire, a prendersi cura della vulnerabilità e delle emozioni non è sempre semplice. Sostenere il peso della giostra caotica di emozioni che ci pervadono, spesso complicate, dolorose da accogliere, da sentire, da gestire, da sostenere potrebbe sembrare impossibile.
Capita che le emozioni, queste “sconosciute”, ci sorprendano all’improvviso, facendoci sentire smarriti, impaurendoci a tal punto da farci perdere il controllo delle nostre azioni.
In realtà, queste emozioni che spesso tentiamo di celare, a cosa servono?
Sono così potenti perché capaci di donarci messaggi preziosi di noi, della nostra interiorità, dei nostri bisogni, del nostro benessere. Servono a capire di cosa realmente abbiamo bisogno, evitando così di cercare inutilmente in mezzo a decine di malsani, inutili, surrogati.
All’essere umano capita come racconta una storiella zen che parla di un uomo su un cavallo:
il cavallo galoppa veloce, pare che l’uomo debba andare in qualche posto importante. Ad un tratto un signore lungo la strada chiede al cavaliere dove stia andando così di fretta ed il cavaliere risponde che non lo sa e che per rispondere alla sua curiosità, il signore lungo la strada, dovrebbe chiederlo al cavallo (vedi anche post https://www.lucifralerobe.it/2023/05/02/la-carrozza-alchemica-di-gurdjieff/)
Ci ritroviamo improvvisamente a percepire di non essere realmente noi a scegliere le nostre mete/destinazioni e non sappiamo da che parte andare. Ci sentiamo inadeguati, perché totalmente identificati e prigionieri alla ricerca dell’anello mancante incapaci così di prendere coscienza delle risorse, delle alternative, delle possibilità, del resto del mondo che ci circonda.
Per poter scegliere è necessario fermarsi, sentire di possedere la libertà di accogliersi, di potersi immaginare e di conseguenza di ESSERE, anche diversi da come siamo sempre stati o di poter agire in modo diverso dall’automatismo quotidiano.
L’automatismo ci dà sicurezza, ci mantiene entro confini conosciuti, però non è detto che rappresenti la scelta migliore, per ogni persona, in quel preciso momento (vivere il presente).
Persiste nell’essere umano la sensazione di non sapere qualcosa di importante.
C’è sempre un oggetto smarrito in noi di cui siamo perennemente alla ricerca. Il problema è che spesso lo cerchiamo all’esterno e non all’interno, dentro di noi dove in realtà è presente, in attesa, desideroso di essere afferrato dalla nostra vitalità.
C’è il desiderio di trovare la bellezza in questo caos che ci spaventa, che ci impedisce di vedere che questo mondo che sembra di catene è invece tessuto di profonde armonie che ci attendono : c’è qualcosa per tutti nella trama dell’universo.
Il segreto credo che sia percepire la moltitudine delle piccole cose in profondità non esplorate anche se ci troviamo nel turbinio del quotidiano.
Le scelte contano, tocca a noi farle, ne siamo responsabili e per farlo dobbiamo vivere con consapevolezza, profondamente l’attimo/il presente in un mondo che implacabile sembra correre veloce, pronto a cogliere ogni nostra piccola imperfezione strattonandoci nel caos.
Allora com’è possibile fermarsi, sentirsi all’altezza, se il mondo corre e ci scruta implacabile?
A volte capita di trovarsi nel caos, ci perdiamo: chi non si è mai smarrito e sentito perso nella “selva oscura nel cammin di nostra vita”?
Ecco la paura, il blocco, il sentirsi non capaci, sbagliati, persi..
Perdersi è necessario, ma questo lo scopriamo sempre dopo.. ” …e quindi uscimmo a riveder le stelle ” (D. Alighieri).
Perdersi è necessario..
..anche nel caos c’è logica, c’è un messaggio per ognuno di noi. È necessario perché ci dona l’opportunità di fermarsi, ascoltarsi, ritrovarsi, ri-direzionarsi.
Ci permette di osservare da diverse prospettive, imparare a scegliere, a smettere di seguire strade non adatte a noi in quel momento.
Ci permette di trovare, dove non credevamo possibile, la nostra autenticità nella nostra imperfetta perfezione.
Ci dona il potere personale di possedere, invece di essere posseduti.
E allora…che ne pensate di onorare il vostro caos?
Buon rinnovamento a tutti
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