Abbiamo un corpo sapiente perfetto, in grado di cogliere e discriminare in maniera innata sfumature universali enormi…eppure così minuscole.
Possediamo capacità perfette senza neppure esserne consapevoli e quindi spesso mettiamo il pilota automatico pensando di vivere meglio, senza troppi pensieri o grattacapi ignari delle drammatiche conseguenze di norme limitanti culturali e/o sociali imposte dall’educazione, da mass media e senso di appartenenza.
Ma dove ci conduce il pilota automatico?
Cosa ci fa vedere, sentire, percepire?
Cosa ci dona? … E cosa ci toglie?
Vorrei porre la nostra attenzione su come la maggior parte delle volte ci perdiamo questa innata perfezione cercandola disperatamente ed incessantemente altrove, dove non possiamo trovarla e cioè all’estero. E così siamo in perenne affanno, insoddisfatti perché questa tanto ambita bellezza non sta fuori, ma dentro ognuno di noi.
Proverò a spiegarmi meglio.
Come mai non ci vediamo abbastanza belli? O non ci percepiamo all’altezza, intelligenti, interessanti o capaci?
Come mai ci sentiamo spinti verso azioni o comportamenti che ci mettano in evidenza, che ci facciano sentire migliori, più brillanti, più bravi, più aggiornati, più avanti, più alti, più snelli, più perfetti, più performanti, più attivi, più…insomma, più!
Il blu non è mai abbastanza blù,
Il tramonto non è mai abbastanza tramonto,
Il nostro volto, i nostri capelli, il nostro fisico, non è mai abbastanza,
L’arcobaleno non è mai abbastanza colorato,
Le luci non sono mai abbastanza luminose.
Il mondo non è mai abbastanza bello.
Le emozioni non sono mai abbastanza forti,
E via e via, potrei continuare ancora e ancora.
Come mai non siamo più capaci di vedere la bellezza in quel che c’è davvero in e davanti a noi, difetti e fallimenti compresi?
Non siamo abituati a dare valore alle nostre crepe, ma a considerale una vergogna. Tutto questo senso di inadeguatezza ci fa sentire in difetto, ci fa perdere il senso del proprio valore e la certezza che ognuno di noi può fare la differenza nel corso della propria vita.
Quante volte, scattando una foto a noi stessi o al panorama, la abbiamo lasciata e pubblicata al naturale, senza ritocchi, senza variare luminosità, contrasto, nitidezza, saturazione, sfumatura, ombre, tono, brillantezza…quante volte usiamo filtri o ci ingegniamo per migliorare quello che in realtà è già meraviglioso così com’è???!!!!!
Siamo così tanto affaticati, abituati, così attenti ed intenti, così ossessionanti a mostrare la più bella bellezza, senza renderci conto che, ostentandola, la perdiamo.
Senza percepire che la bellezza non è matematica, ma è poesia.
Non è necessario aggiungere, aumentare, colorare, evidenziare, variare, affinare, restare sospesi senza più respirare, in apnea per acchiappare quello che abbiamo già a portata di mano.
Forse un tramonto, un sorriso spontaneo, un’emozione genuina, un’espressione viva, uno sguardo, un sussulto…non sono già belli e intensi abbastanza così come sono?
Iniziamo a togliere, ad alleggerire, a riappropriarci di ciò che è naturale, gratuito, a portata di mano e di sguardo, a misura d’uomo!
Proviamo a respirare, osservarci, sentire, a mollare il peso e la fatica di trattenere il superfluo… sperimentiamo la leggerezza dell’essere, semplicemente, senza badare alle paturnie del nostro ego:
aaaaahhhh non vi sentite già meglio? io si.
Less is amore ☺️
Francesca :•)
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