La pecora nera.

“Io proprio non capisco da dove sia uscito. Fratello e sorella son tutti buoni, gentili, garbati, eppure noi genitori siam sempre gli stessi!”.

“Eh, guarda quel bambino: cosi cocciuto e rabbioso, sicuramente è colpa della famiglia, anche se voglion fare tutti i perfettini!”.

“Roba da non credere, eppure aveva già tutto, un lavoro avviato, una bella casa…”.

Ecco alcuni dei giudizi sulla “pecora nera” della famiglia; su una discendenza impattano così tanti fattori che la complessità è un labirinto ancora enormemente complesso da risolvere. Non è solo una questione di genetica: i figli di una coppia dovrebbero essere molto simili tra loro o molto simili ai genitori. Ma un essere umano è anche frutto dell’epigenetica, una serie di meccanismi di regolazione sull’espressione genica di quell’individuo che deriva dall’ambiente esterno e quello interno (emotivo) e dalla loro interazione. C’è un però: l’epigenetica influenza anche le caratteristiche dei gameti, e cellule riproduttive di madre e padre, già in epoca pre- concezionale e così, la storia familiare di un individuo, lo influenza da generazioni, non solo nell’eredità materiale ma anche in quella emotiva. E chissà se nella pecora nera riaffiora una caratteristica che sembrava un ramo secco in quell’albero genealogico, ormai dimenticato nei decenni? Potremmo considerarlo un ramo quiescente che ha aspettato il momento propizio per allungarsi e germogliare, in un fluire che è sempre assolutamente perfetto (anche se con gli occhi dei normali princìpi, perfetto proprio non sembra). Serve proprio a quella famiglia l’arrivo di un Essere che demolisce tutte le convinzioni e le rassicuranti certezze, che mette sul piatto il suo coraggio e la sua sofferenza nel non essere pienamente accettato dal suo “gregge”, nello scopo di un attrito che fa imparare ed evolvere il gregge (familiare e sociale) stesso. 

Sì, la pecora nera è una grande benedizione. 

Luci;-).