La parola grazie è un “contenitore ” di inestimabile valore.
In questa parola semplice e molto comune si ritrovano la grazia e la gratitudine.
Grazia, dal latino è il singolare di grazie. Dal greco charis è significato di nobiltà e di splendore che coronava il momento della gloria nelle vittorie olimpiche e caratterizzando quindi i momenti di condivisione sociale “elevati” che donavano piacere.
Gratitudine, dal latino, gratus, cioè gradito, riconoscente.
“Cicerone e Seneca
consideravano la gratitudine come una virtù fondamentale, alla base di qualsiasi civiltà evoluta”.
La grazia è un piacere sociale e reciproco. E’ un gesto gentile e autentico di risposta che esprime sentimenti di riconoscenza, di bellezza e piacere, di gentilezza e autenticità che appartiene a chi sa cogliere l’intima sfumatura delle cose a cui quel valore riconosciuto, si è ci eleva.
Il grazie tiene insieme le persone attraverso l’esperienza del piacere e dello scambio di piacere.
Contiene in sé un potere inaspettato pieno di qualità e sentimenti positivi nutrienti.
Grazie non è solo cortesia. E’ un’emozione, un atteggiamento, un’abilità, che riconosce all’altro qualcosa di non necessariamente atteso.
E’ un’emozione, una virtù, un sentimento morale, un’abilità e un atteggiamento.
Pronunciando la parola grazie, assaporandola, possiamo entrare in contatto anche con la potenza sonora che costituisce un significato aggiunto di grande valore: contiene lettere di forza e protezione tipo la R, lettere di apertura come la A e lettere di fuoco, tipo la Z.
Negli ultimi anni, le prove a favore della gratitudine e dei suoi benefici sono molto aumentate.
Sono stati fatti degli studi sugli effetti che derivano dal praticare il grazie e li riassumo in brevi, ma preziosi s-punti:
– aumenta i livelli di soddisfazione ed ottimismo verso la vita in generale migliorando il proprio senso di ben-essere
– favorisce la presenza e l’ascolto di se stessi, nel presente (qui ed ora) mettendoci in contatto con il proprio sentire (sentimenti, emozioni, vissuti)
– rafforza le relazioni interpersonali: incoraggia l’attuazione di ulteriori comportamenti di generosità
– la gratitudine è correlata inversamente alla depressione (Wood, Joseph e Maltby, 2008).
– aumenta il livello di felicità e soddisfazione verso la vita
– gli atteggiamenti di gratitudine favoriscono un maggiore autocontrollo (riduzione dello shopping compulsivo, dell’obesità o del fumo).
– la gratitudine incoraggia a compiere atti di generosità ed è un comportamento potente anche fra persone che non si conoscono
– aumenta l’autostima di chi dice e di chi riceve il grazie
– chi fa della gratitudine uno stile di vita ha più relazioni sociali, è meno predisposto a depressione, invidia e avidità: “la gratitudine riduce inoltre i livelli di stress (Krause, 2006) di depressione e di ansia” (Kashdan e Breen, 2007).
Quindi grazie non è semplicemente una forma di cortesia fine a se stessa, ma innesca una reazione a catena di sfumature vitali.
Provate ad ascoltare dove arrivano i grazie che pronunciate e quelli che ricevete senza farli passare banalmente e routinariamente inosservati o scontati.
L’augurio è la consapevolezza e la capacità di riuscire a soffermarsi con lentezza e giungere nel profondo della grazia.
Grazie,
Francesca :•)
P.S. ringrazio: clinica della timidezza – “Dire grazie non è solo cortesia: è una grande abilità sociale!”
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