Mi è capitato ultimamente, di vivere un periodo da me ritenuto difficile e pauroso. Col senno di poi, è sempre più semplice dare un significato a quello che ci è accaduto e a ripensarci su potremmo anche ripensare al tutto sorridendo.
O com’ è possibile sorridere del difficile e del pauroso?!
Eppure…capita che spesso sia così.
Ho cercato sul vocabolario ed ho trovato scritto: “dal latino pavor, la paura ha significato di turbamento, smarrimento, inquietudine per un pericolo”.
Sarà capitato a tutti, credo, di trovarsi turbati, inquieti, nell’affrontare qualcosa che ci appare più grande e potente di noi…ecco che li, al solo pensiero, ci sentiamo congelati, scossi e/o smarriti.
Essere smarriti significa perdere punti di riferimento, significa allontanarci da noi stessi..e per forza allora compare la paura: io non ci sono più!
Credo che non esista spavento più grande e profondo del perdersi.
La mente prende il sopravvento e non capisco più dove mi trovo, cosa sento. Le emozioni prendono il sopravvento senza essere decifrate ed il caos fa perdere l’equilibrio.
Ci sono tante paure legittime.
Ce ne sono altre…un po’ meno legittime..
Comunque sia, in entrambe i casi perdersi non è utile, anzi!
Allontanarsi dalla propria intimità e da noi stessi, che siamo il nostro primo punto di riferimento è una delle cose da evitare (nel nostro blog ci sono davvero tanti post che potrebbero suggerire spunti al riguardo ed essere risorse utili per il viaggio).
Il pensiero crea fantasmi, suggerisce percorsi tortuosi ed illogici, ci allontana dal prendersi cura del reale portandoci a gran velocità in un luogo in cui tutto appare insormontabile.
Intanto fermiamoci e respiriamo.
Davvero quello che sto sentendo corrisponde a quello che sta accadendo?
È davvero paura o potrebbe essere altro..un altro sentire, un’altra emozione..
Purtroppo siamo culturalmente portati a scansare alcune emozioni, soprattutto quelle etichettate come negative. Facendo questo ci perdiamo i messaggi, i significati e le soluzioni.
Ogni emozione ci indica il percorso, ci suggerisce di cosa prendersi realmente cura..
Conosci-Amo le emozioni? Prova a guardare con attenzione la foto proposta nel post.
Potrebbe essere che quello che sto vivendo e provando sia realmente paura. Potrebbe però essere anche che invece di paura sia disgusto, oppure attesa, sottomissione, delusione, aspettativa, oppure spavento di qualcosa che al momento ci appare ignoto ecc..
Penso che siamo analfabeti emozionali e questo porta confusione e smarrimento. Tende a farci confondere realtà e pensiero rispetto al vissuto attribuendo all’ignoto un senso di negatività limitante invece che di eventualmente possibilitante.
Forse diamo troppo potere ad emozioni credute paura, ma se ascoltiamo bene, forse paura non è.
Potrebbe essere che ci tarpiamo le ali da soli e usiamo la paura come un alibi per non guardarci con verità, per non affrontare tabù, per non compiere passi importanti, per non deludere, per non affrontare esperienze nuove, per rompere gli schemi, sperimentare e mettere in atto le risorse di oggi invece che quelle ormai non più favorevoli per l’oggi?
Siamo cresciuti, cambiati. Dobbiamo essere consapevoli che siamo capaci nel nuovo. Abitare il ricordo potrebbe essere già antico, onoriamolo e facciamone tesoro, senza però identificarsi totalmente in esso.
Di cosa ho “paura”: di non riuscire? di deludere gli altri? di rompere credenze del si è sempre fatto così? di provare nuove soluzioni? del fallimento? di non essere abbastanza? …
Se frullano in testa domande simili, sono proprio quello che paura non è.
E se invece la paura abitasse i nostri pensieri in una veste di cortese premura? Mettiamoci in ascolto invece di scappare.
Magari potrebbe sussurrarci:
“la paura è proprio ciò che dà colore a un’esistenza altrimenti piatta: è la voce dell’avventura e del mistero”, “la paura è un altro nome della fantasia” (Dino Buzzanti).
Pensaci su ed ascoltati con apertura.
La “paura” è fatta di tante sfumature.
LFR?
Ringrazio: “una parola al giorno” 02/02/2022.
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Comment
Che sollievo leggere queste parole che tolgono la connotazione negativa al senso di paura e le danno un ruolo di premurosa protezione che non ci deve attanagliare, sono solo pensieri e forse giustificazioni che troviamo.
La leggerezza di decidere di poter sbagliare, poter decidere di non percorrere la strada giusta o sbagliare e ricominciare sarebbe un bel traguardo, chissà che vedere la paura non come paura ma come alleato non possa aiutare.