Dopo il post precedente “il caos che ci rinnova” aggiungerei un pezzettino ancora..
passo dopo passo
… Accettarsi, o meglio accogliersi per quello che siamo non è facile.
C’è sempre una vocina in agguato pronta a criticarci o a giudicarci senza dare spazio all’idea che siamo umani e che forse siamo belli proprio perché siamo così. Così diversi, fragili, ma forti, deboli e vulnerabili … ma così perfetti.
Se solo ci dessimo più spesso il permesso di: di dire, di fare, di pensare, di sentire, di … accoglierci e volerci bene così come siamo, ci sentiremmo davvero in armonia con il mondo che ci circonda e con noi stessi senza ricercare l’approvazione perenne degli altri.
Che cosa è che ci trascina da ogni parte e che ci allontana dalla nostra autostima genuina?
Che cos’è che ci fa sentire così imperfetti da non farci sentire all’altezza di vivere la vita con tutte le nostre capacità e meravigliose imperfezioni?
Cos’è che imprigiona la nostra felicità?
Oggi abbiamo tutto, ma sembra che manchi tutto.
Forse ci manca il coraggio di credere nelle persone, di credere in se stessi così da tanto da farci sentire spesso in difetto o in eccesso, ma raramente nutriti dalla nostra primitiva essenza.
Proteggiamo le nostre vulnerabilità così intensamente che invece di carezzarle le schiaffeggiamo fino quasi a soffocarle, per non sentirle, per nasconderle, per non mostrarle.
Oggi la società ci impone dei cliché di perfezione, soprattutto esteriore: raggiungerli? È praticamente impossibile. E poi, a che prezzo?
Il prezzo è molto alto perché così facendo ci perdiamo e ci dimentichiamo di noi.
Ci nutriamo di surrogati senza esserne consapevoli, alla ricerca perenne di qualcosa che ci soddisfi, che ci faccia sentire perfetti, accettati, adeguati, visti, amati … inventando ogni giorno diabolici stratagemmi faticosi, trappole che soffocano il nostro sentire, forse spesso troppo doloroso da accogliere e rispettare.
Non credo che la felicità ed il ben-essere risiedano nel possedere ricchezze materiali, penso che parte della felicità risieda nella nostra vulnerabilità e nel coraggio di seguire i desideri/sogni che scintillano nel cuore di ognuno di noi.
Sarebbe opportuno tornare a casa e spogliarsi di tutto per vedersi “nudo”: via gli abiti, via i bracciali, gli orecchini, gli anelli, i piercing, via la cravatta, i tacchi, via l’orologio, via il trucco, via le scarpe, via tutto! Via la roba firmata,via lo smalto, i fermagli, il gel, via gli occhiali, via il cellulare, via la fretta, via i ruoli e gli schemi predefiniti, via i bagagli inutili… e soprattutto via la presunzione, via l’apparenza e via il giudizio.
Proverò un forte disagio.
“aiuto, sono nudo!“.
Chiudo gli occhi e RESPIRO. Prendo fiato e respiro ancora e ancora, mollo i pensieri e godo nell’ascolto di ME.
.
Inizio a ritrovarmi: cosa sento? . Mi sento?
Il cuore batterà sicuramente e l’emozione sarà fortissima, mista al disagio, alla voglia di rivestirmi, di ritornare dentro i miei panni, dentro i miei schemi, dentro le mie apparenti sicurezze.
Ma io non mollo! E respiro, respiro ancora, mi ascolto e sorrido.
Ecco che così, con coraggio, pian piano, potrei scoprire sorprese inaspettate.
Potrei scoprire la capacità di diffondere luminosità.
Ricorda di brillare, che la scintilla è la tua origine ( consigliata lettura post – https://www.lucifralerobe.it/2023/06/01/un-biglietto-per-la-luna/)
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