Le mani e gl’intrecci.

A casa dei nonni mi soffermo qualche minuto ad osservare i loro manufatti, ceste di vimini, utensili in legno, lasciati appesi da qualche parte esattamente dove li hanno lasciati l’ultima volta che hanno vissuto la loro dimora. Suscitano stupore e ammirazione, l’energia delle loro mani e’ ancora lì. Mi sono imbattuta in questa riflessione dopo che ho passato un pomeriggio a casa di Mariangela: la sua anziana mamma ad un certo punto ha tirato fuori dagli armadi pacchi di preziose lenzuola ricamate a mano da lei, precise e perfette nei minimi particolari. Per ultimo mi ha regalato un lavoro d’uncinetto che aveva ereditato da sua madre, circa 60

anni fa. Ma chi dava loro tutta la pazienza? 

Il lavoro a mano, soprattutto l’intreccio, e’ una vera e propria forma di meditazione. Devi mettere attenzione al momento presente, non puoi divagare con la mente nemmeno un secondo (provateci voi senza aver niente in mano, a me per ora non riesce ?‍?! ).

La competenza di produrre oggetti di uso quotidiano e domestico aumenta l’autostima e può farci andare sempre più avanti.

Gli oggetti emanano l’energia di chi li ha prodotti (esattamente come fa un manoscritto, se comparato, ad esempio, ad un foglio stampato).

Gli avi hanno avuto il tempo adatto, la competenza, la pazienza e la spinta: hanno prodotto oggetti senza tempo, perché facessimo queste riflessioni e perché ci ricordassimo delle nostre eredità, qui ed ora.

Luci ;-).

PS: ringrazio la signora Rosa e Mariangela ❤️.