Qualche giorno fa in radio ho ascoltato un intervento sulla commemorazione dei 40 anni del celebre film di Maurizio Ponzi recitato come protagonista da Francesco Nuti. Il film è stato girato a Prato, la mia città natale, da bambina mi esaltavo a riconoscere nello schermo luoghi e personaggi familiari, nonché un rapido scorcio di casa mia.
Rispolvero questi ricordi riguardando la scena del titolo e devo dire che all’epoca la trovavo solo molto buffa. Adesso ne vedo un significato profondo. Non è silenzio solo per le orecchie (a Prato i telai funzionavano a pieno ritmo anche di notte) ma è proprio silenzio interiore, finalmente la mente tace, non chiacchiera e non divaga, osserva il Chiaramonti in quel momento concentrato a spazzare il pavimento del circolo di Borgonuovo. Il giovane Francesco trova la decisione di dire a sua mamma che non tornerà a casa…ad ogni silenzio interiore corrisponde la decisione naturale. E così anche un film che tratta una realtà prosaica, industriale dei primi anni ‘80, diventa poesia.
PS: comunque chi tace sta zitto, eh!
Luci 😉
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