..un altro pezzettino..
una piccola sfida per provare a
rompere gli schemi mentali
ed andare oltre l’apparenza, allenando l’occhio a mettere luce in ciò che ci appare brutto.
Mi piace provare a soffermarmi sulla parola riguardo, cercando di darle giustizia.
Ogni incontro comincia dalla meraviglia e a sua volta la produce.
Come fare ad allenare e godere di questa capacità?
In realtà dobbiamo sapere che l’essere umano possiede la capacità di comunicare ed ascoltare e di vedere e di sentire in maniera innata.
Ritroviamo la meraviglia nel quotidiano che ogni volta ci sorprende nelle cose più inaspettate.
Il quotidiano è sempre nuovo, in evoluzione, in tras-form-azione.
E visto che l’essere umano vivendo lascia tracce che raccontano di sè, provare a dargli un senso ci aiuta a ritrovare
meraviglia
in quello che è definito accomodamento ( attenzione: e non adattamento ) ed Arte di Vivere ( non si impara, si sa ).
Tutti possediamo la capacità di comunicare ( addirittura in stati alterati di coscienza in cui la comunicazione sembra essere inarticolata e priva di senso), nessuno escluso, perché proveniamo da un grembo materno che lascia tracce indelebili sulla nostra pelle ( organò dell’ascolto più esteso e primo organo di senso che si sviluppa nel feto ) che ci rendono capaci di comunicare e ascoltare, ma qui si aprirebbe una parentesi a cui dovrei dedicare una pagina a se.
Ritornando a noi, per scoprire la meraviglia nell/dell’incontro potremo iniziare con quelli che si chiamano «esercizi di rispetto».
“ Rispetto viene dal latino re-spicere: guardare più volte (avere ri-guardo), con attenzione; il contrario è dispetto, da de-spicere, guardare dall’alto in basso, disprezzare. Lo sguardo non è mai neutro: o «rispetta» o «dispetta». Nel primo caso genera «in-contro», la vita personale viene arricchita da ciò che accoglie, lo sguardo diventa l’interruttore che accende le cose che così si e ci illuminano. Nel secondo caso c’è solo «scontro», urto fugace di vite: sia le cose sia noi rimaniamo al buio, indifferenti”.
Alessandro D’Avenia articolo “ Dove sono i tuoi occhi”
Allora, dove rivolgiamo il nostro sguardo nel quotidiano?
Cosa illuminiamo?
In una società immersa nella fretta, nel contatto virtuale intralciato da schermi che schermano la Presenza, ci troviamo inconsapevolmente in un’apnea invisibile ma tangibile se solo ci soffermiamo ad ascoltare.
Prendersi del tempo; fermarsi respirare e so-stare ( saper stare ) in mezzo alla frenesia routinaria ci potrebbe indirizzare alla riconquista degli occhi smarriti per fare luce ed uscire da quella inconsapevole indifferenza illuminando quello che ci circonda di nuovi possibili significati.
Fare un passo indietro,
fermarsi,
prestare attenzione,
osservare un volto e … meravigliarsi,ancora, oggi,appagati e nutriti dal ri-guardo
come antidoto all’indifferenza.
Dove sono i tuoi occhi?
Buona luce
Francesca :•)
Ogni contributo è importante. Scegli l'importo che preferisci o inserisci un importo personalizzato.
Scopri le testimonianze di chi ha trovato conforto nelle pagine del nostro libro.
Un libro che ti prende per mano nei momenti di sconforto. Le parole sono un vero balsamo per l'anima.
Maria R.
Recensione Amazon
Un libro che ti accompagna nei momenti difficili, con riflessioni e consigli per ritrovare equilibrio e serenità.
Lascia un commento